Torna sul palcoscenico del Teatro Brancaccio la magia della fiaba romantica, incentrata sull’eterno confronto fra il bene e il male, in questo caso fra la Principessa Sperduta e Madre Gothel. Splendido il cast di «Rapunzel», fra cui primeggia Lorella Cuccarini, per l’occasione in versione noir.

Luigi e Alessandro Longobardi presentano
RAPUNZEL, IL MUSICAL
con Lorella Cuccarini, Alessandra Ferrari e Giulio Corso
e con Goffredo Maria Bruno, Barbara di Bartolo, Maurizio Semeraro, Lorenzo Grilli, Donato Altomare, Ezio Domenico Ferraro, Alfonso Capalbo, Giovanni Mocchi, Filippo Grande, Alessandra Ruina, Martina Gabbrielli, Maria Chiara Centorami, Vanessa Innocenti, Eleonora Peluso
musiche originali Davide Magnabosco, Alex Procacci, Paolo Barillari
costumi Francesca Grossi
disegno luci di Alessandro Velletrani
suono Maurizio Capitini
effetti di magia Erix Logan
effetti speciali aerei Max Martinelli
direzione musicale e arrangiamenti Davide Magnabosco
coreografie Rita Pivano
regia Maurizio Colombi

È bastata una stagione perché «Rapunzel» si affermasse come un classico del panorama degli spettacoli italiani: dopo il grandissimo successo di pubblico ottenuto lo scorso anno, quando è stato applaudito da cinquantamila spettatori nella sola piazza romana, il lavoro incentrato sulla celebre fiaba dei fratelli Grimm, reinventato in chiave musicale per il palcoscenico, ritorna al Brancaccio.

Pur essendo rivolta ai bambini, che costituiscono comunque i suoi destinatari privilegiati, si può dire che la pièce diretta da Maurizio Colombi sia dedicata alla famiglia nella sua interezza. Ed infatti, diverte e coinvolge anche gli adulti, avendo però il pregio di avvicinare i più piccoli al meraviglioso mondo del teatro riservando loro il privilegio di assistere ad una produzione di livello.

Il tutto prende avvio con l’arrivo del Menestrello (Tiziano Caputo) che introduce la vicenda avendo l’accortezza di porre l’accento sull’elemento magico presente in ogni favola, tanto è vero che se si prova ad agitare un pochino il libro che la racconta, dice lui, “la storia cambia”. E così è. Nel finale, infatti, la perfida madre Gothel appare più umana, simpaticamente sgraziata, buffa quanto basta, e pronta ad aiutare a modo suo i due giovani innamorati, sacrificando tutto quello per cui aveva lottato. Una scelta narrativa vincente, atta a far amare un personaggio di per sé cattivissimo, che viene reso in modo eccellente dalla splendida Lorella Cuccarini.

Bravissimo Giulio Corso che, nei panni del simpatico ladruncolo Phil, dimostra di essere un artista dotato di una preparazione capace di coniugare perfettamente tecnica e personalità scenica.Alessandra Ferrari è invece la bella Principessa Sperduta, ingenua e affascinante, che individua nel ragazzo rifugiatosi nella sua stanza il modo per spezzare le invisibili catene che la trattengono ed arrivare, nella notte delle Lanterne Luminose, a conoscere il mondo, con la brillante verità che esso involontariamente le aveva celato. Attorno a loro si muovono tanti simpatici personaggi: i due fiori parlanti, Rosa e Spina (Alessandra Ruina e Martina Gabbrielli); il Re Gilbert (Massimiliano Colonna) e la Regina (Barbara di Bartolo); il Capitano pasticcione (Giovanni Mocchi); gli uomini e le donne del popolo; i furfanti e i briganti.

Una nota particolare di questo musical sono le interessanti note di riflessione che suggerisce. Tanto per menzionarne una, è sicuramente molto originale la decisione di affidare a Segugio (Mattia Inverni), il cane delle guardie, l’idea di esprimersi nel grammelot, una lingua apparentemente incomprensibile, ma perfettamente accessibile se ci si mette nella disposizione d’animo di intendere. Un concetto semplice e lineare, tutto sommato, ma spesso dimenticato in una società in continuo fermento, rumorosa ed affaccendata, dove si preferisce parlare piuttosto che ascoltare. E, seppure portato all’eccesso, c’è da dire che persino l’atteggiamento iperprotettivo di madre Gothel ci parla di qualcosa molto diffuso nei nostri tempi, anche se, s’intende, con i dovuti distinguo.

Le scenografie progettate da Alessandro Chiti sono di grande impatto ed esercitano un enorme fascino sugli astanti proiettandoli ora nella Torre in cui vive la ragazza dalla lunga treccia alla ricerca della propria identità, ora nella Locanda del Lupo, passando per il Palazzo Reale ed il bosco in cui si nasconde Phil dopo aver rubato la corona. Aiutato da una grafica dal forte sapore cinematografico – dalla presentazione iniziale degli attori coinvolti fino ad arrivare alle proiezioni delle corse nella foresta -, il tutto contribuisce a rendere dinamica la storia. Insomma, «Rapunzel» è uno spettacolo vivace incentrato su quindici quadri scenici in rapida successione, con un rimando continuo dalla realtà ai cartoons.

Francesca Grossi ha realizzato gli splendidi costumi, fra cui spicca quello rosso fiammante di madre Gothel nei panni della seducente femme fatale, o quello total black della Cuccarini in versione noir. I diciotto performer si muovono con grazia sui movimenti coreografici studiati da Rita Pivano. L’ensemble che ha firmato le musiche di brani come «Dove sarai», «Rapunzel dance» e «Una suite a 5 stelle» è composto da Alessandro Procacci, Davide Magnabosco e Paolo Barillari. I testi delle canzoni sono di Maurizio Colombi, Giulio Nannini e Federico del Vecchio, mentre gli effetti speciali di Erix Logan e Max Martinelli.

Teatro Brancaccio – via Merulana 244, 00185 Roma
Per informazioni e prenotazioni: telefono 06/80687231-2
Orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 21; sabato ore 17 e 21; domenica ore 17
Biglietti: da € 29,00 a € 49,00

Articolo di: Simona Rubeis
Grazie a: Ufficio stampa Silvia Signorelli
Sul web: www.teatrobrancaccio.it

Fonte:
www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/rapunzel-il-musical-teatro-brancaccio-roma-recensione.html